Moniga del Garda

Stemma Comunale
Sul nome Moniga ci sono diverse interpretazioni linguistiche: c'è chi lo ritiene derivante dal toponimo germanico “Morn” (esposto a mattino) e chi lo risale alla presunta presenza di un santuario dedicato alla dea ateniese “Diana Munichia”. Di certo si sa che Moniga è stata abitata fin dall'età del bronzo come si rivela dal sito palafitticolo subacqueo in località “Porto. Di epoca romana è la lapide votiva dedicata a Benacus, ritrovata fortuitamente durante una ristrutturazione edilizia ed ora conservata presso il municipio. Sull'ara è scritto: -Nettuno – Autore- ed a Benaco Sacro- Massimo Coeus – e Faxino Catulus – voto adempirono. Pare essere la più antica iscrizione rinvenuta nella quale compare la parola “Benacus”. Gli studiosi ritengono si tratti, probabilmente, di un ex voto di due pescatori fortunosamente salvatisi dalla furia del lago.

La collina digradante verso il lago è dominata dal castello costituito da una cinta murata sovrastata dal mastio. Il castello, edificato nel X secolo in funzione anti ungara, ha subito rimaneggiamenti in epoche successive: la struttura attuale visibile risale presumibilmente al XIV-XV secolo. All'interno sono state edificate in tempi recenti civili abitazioni private, mentre il mastio è stato utilizzato come torre campanaria per la vicina parrocchiale. In seguito, il destino politico di Moniga è rimasto lungamente legato alle vicende della repubblica di Venezia di cui ha condiviso la sorte:tracce di questo passato sono rimaste in campo religioso, dal momento che Moniga, pur appartenendo amministrativamente alla provincia di Brescia, fa capo invece alla diocesi di Verona.

La Chiesa di Moniga
Dai verbali delle visite vescovili emergono notizie relative alla edificazione delle due chiese presenti sul territorio.In località San Michele si trova la chiesetta in stile romanico dedicata alla Madonna della Neve risalente alla seconda metà del XVI secolo. La parrocchiale dedicata a San Martino, iniziata a metà del quattrocento e rimaneggiata più volte - l'ultima delle quali a fine settecento - si presenta in stile baroccheggiante e conserva al suo interno, cinque altari e alcune pale dipinte. Personaggio di spicco nella realtà locale fu il senatore Pompeo Molmenti che diede inizio, intorno alla fine dell'ottocento, alla vinificazione del “Chiaretto”, caratteristico vino locale, per la promozione del quale - unitamente all'ottimo olio d'oliva del Garda – si tengono a Moniga del Garda, significative manifestazioni fieristiche nei mesi di marzo, aprile e luglio.

Di Molmenti rimane a Moniga l'antica dimora, già Palazzo Brunati, portatagli in dote dalla prima moglie e affrescata da pittori veneziani amici del senatore. Ora l'edificio di proprietà della famiglia Bertanzi viene parzialmente messo a disposizione del pubblico durante alcune manifestazioni estive dedicate a Momenti ed al vino Chiaretto.
Caratteristico è il nucleo più antico del paese in località “Pozzo”, dove, passeggiando lungo strette viuzze, è possibile scorgere scorci di lago o particolari architettonici di un certo pregio, pur senza sfarzo.

Territorio


Il territorio della Valtenesi nasce circa 15000 anni fa alla fine dell'ultima glaciazione: in quel periodo si forma lungo la costa una serie di colline disposte a forma di anfiteatro frutto dei depositi morenici lasciati dal ghiacciaio. Le colline moreniche presentano un substrato roccioso prevalentemente calcareo e sabbioso e la loro altezza sul livello del mare non supera i 300 metri. Tra le dorsali si trovano vari ripiani intermorenici un tempo occupati da paludi ma oggi interamente soggetti a colture. La fascia costiera risulta formata ora da zone collinari dall'andamento lineare che digradano dolcemente ora da alte falesie a strapiombo sul lago. Dopo periodi intermedi, in cui il clima si era variamente modificato, attorno all'800 A.C si assiste a un assestamento del clima e di conseguenza dell'assetto vegetazionale che caratterizza il paesaggio fino ai nostri giorni. Anche il territorio di Moniga presenta queste caratteristiche e nel suo territorio sono riscontrabili alcune zone in cui persistono piante particolarmente interessanti.
I boschi più lontani dal lago con ambiente più fresco ed umido sono ricchi di Roverella, Carpino Bianco, Tiglio, Acero e Nocciolo. Nel sottobosco fioriscono Rosa di Natale, Erba Trinità, Bucaneve, Pervinca. I versanti più soleggiati vicino al lago con ambiente più caldo sono caratterizzati dalla presenza di Carpino Nero, Orniello, Carpinella e Acacia. Nel sottobosco Biancospino, Pungitopo e Ginestrella. Nella zona umida, dove ancora permane l'ambiente paludoso residuo dei laghetti intermorenici, si trovano Ontano, Pioppo Nero, Piante acquatiche come la Cannuccia palustre e la Lenticchia d'acqua.

La presenza dell'uomo nel corso dei secoli ha fortemente modificato il paesaggio naturale dapprima con l'introduzione dell'agricoltura, poi con gli insediamenti edilizi che hanno assai compromesso l'integrità dei luoghi. Tuttavia è possibile ancora ritrovare ambienti in cui vivono piante e fiori spontanei. L'agricoltura ha caratterizzato fin dall'antichità queste zone utilizzate dall'uomo per la coltivazione di viti, ulivi e cereali. Se fino a qualche decennio fa erano numerosi i contadini che coltivavano piccoli poderi da cui traevano tutto il loro guadagno, oggi sono stati sostituiti da moderne aziende agricole condotte da esperti che si giovano delle più moderne tecnologie. Ulivi e viti sono pertanto le coltivazioni più diffuse e offrono prodotti certificati di alta qualità.